Arresti domiciliari per violazione dei sigilli apposti dalla Polizia Provinciale
redazione | Il 19, Set 2012
Il custode dell’area sequestrata si aggirava nell’area vincolata
Arresti domiciliari per violazione dei sigilli apposti dalla Polizia Provinciale
Il custode dell’area sequestrata si aggirava nell’area vincolata
Nella giornata odierna, personale della Sezione Reati Ambientali della Polizia Provinciale di Cosenza, coordinato dal Comandante del Corpo, dott. Giuseppe Colaiacovo, ha eseguito la misura cautelare degli arresti domiciliari, applicata dal GIP del Tribunale di Cosenza, dott. Enrico Di Dedda, nei confronti di T.R., anni 61, di Roggiano Gravina, per violazione dei sigilli apposti ad un’area sottoposta a sequestro.
I sigilli erano stati apposti, nei giorni scorsi, dal personale della Sezione Reati Ambientali della Polizia Provinciale di Cosenza, in esecuzione del decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Cosenza, ed interessavano un’area di 6000 Mq, situata in località Zanzana, nel Comune di Roggiano Gravina. Il suddetto decreto era stato notificato ai due coniugi, B.G. e T.R., persone sottoposte ad indagini.
T.R. era stata nominata custode dell’area sequestrata, venendo resa edotta del fatto che da quel momento nell’area era inibita qualsiasi attività.
Il sequestro in questione riguardava un’area adibita a discarica abusiva di rottami e veicoli a motore fuori uso. All’interno dell’area erano presenti 3 fabbricati; uno di questi, adibito ad officina meccanica, è stato ritrovato parzialmente invaso di rifiuti. Un altro è stato ritrovato invaso, per l’intera superficie, da rottami e materiale ferroso e plastico estratti dall’attività di autodemolizione.
Al fine di assicurare le cose sottoposte a sequestro venivano apposti n. 11 cartelli indicanti lo stato di sequestro, valevoli come sigilli.
Nei giorni seguenti, in seguito ad appostamenti e rilievi fotografici della Polizia Provinciale, è stato accertato che, nonostante il sequestro, i lavori all’interno del perimetro vincolato sono, comunque, continuati.
T.R., nonostante avesse l’obbligo giuridico di custode dell’area sottoposta a sequestro, ha continuato ad accedere all’interno dell’area insieme al marito, B.G., e ad altre persone, violando il vincolo di indisponibilità sotteso all’apposizione dei sigilli (art. 349 codice penale), senza che gli stessi fossero ancora rimossi e senza autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria per l’accesso nell’area sequestrata.
T.R, non avendo rispettato gli obblighi di legge, dopo le formalità di rito è stata tradotta agli arresti domiciliari presso la propria abitazione, con l’obbligo di non allontanarsi dalla sua dimora, nonché di poter comunicare solo con il suo difensore ed i familiari.