Arrestati i componenti del “gruppo di fuoco” della cosca Giampà di Lamezia Terme
redazione | Il 06, Nov 2012
Sono accusati degli omicidi di Vincenzo e Francesco Torcasio – ULTIMI AGGIORNAMENTI
Arrestati i componenti del “gruppo di fuoco” della cosca Giampà di Lamezia Terme
Sono accusati degli omicidi di Vincenzo e Francesco Torcasio
CATANZARO – Quattro persone ritenute appartenenti al ”gruppo di fuoco” della cosca Giampà di Lamezia Terme sono state arrestate dalla squadra mobile di Catanzaro per gli omicidi di Vincenzo Torcasio, ucciso nel giugno 2011 mentre assisteva ad una gara di calcetto, e del figlio Francesco, assassinato a luglio 2011, ritenuti esponenti di spicco della omonima famiglia. All’origine dei delitti, per l’accusa, la ripartizione territoriale tra cosche nella riscossione delle estorsioni.
COSCA AVEVA INIZIATO MATTANZA
La cosca della ‘ndrangheta dei Giampa’ aveva dato vita a Lamezia Terme ad una vera e propria mattanza contro la ‘famiglia’ avversaria dei Torcasio. E’ quanto emerge dalle indagini della Squadra mobile di Catanzaro, che stamane ha arrestato i componenti del gruppo di fuoco della cosca dei Giampà. I poliziotti hanno notificato una ordinanza di custodia cautelare in carcere a Francesco Vasile, 31 anni, Alessandro Torcasio (29), Maurizio Molinaro (29) e Vincenzo Giampà (42), accusati, a vario titolo, degli omicidi di Vincenzo Torcasio, di 59 anni, e del figlio Francesco, di 21. I quattro destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare era già detenuti in carcere per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso ed estorsioni. Gli investigatori sostengono che a sparare contro Vincenzo Torcasio ed il figlio Francesco sarebbe stato Francesco Vasile, mentre gli altri tre avrebbero svolto il ruolo di supporto nei due omicidi. All’origine dei due delitti ci sarebbe il controllo del territorio e delle estorsioni da parte della cosca dei Giampà. Gli investigatori hanno ricostruito le fasi degli omicidi e successivamente hanno trovato i riscontri nelle dichiarazioni di undici collaboratori di giustizia lametini, tra cui il capo della cosca Giuseppe Giampà. I particolari delle indagini sono stati resi noti stamane, nel corso di una conferenza stampa, dal questore di Catanzaro, Guido Marino, e dal capo della Squadra mobile, Rodolfo Ruperti. “I collaboratori di giustizia – ha detto Marino – hanno riscontrato quelli che erano gli esiti delle indagini compiute dalla Squadra mobile. Quella che si sta vivendo a Lamezia Terme é una fase temporale che deve rappresentare una opportunità. Questo è il momento giusto per decidere da che parte stare perché esistono delle istituzioni di cui fidarsi e che danno risposte. Infine voglio sfatare una volta per tutte la leggenda secondo la quale Lamezia Terme è la capitale dell’omertà. La presenza di così tanti collaboratori di giustizia sta dimostrando l’esatto contrario”. Nei mesi scorsi la Squadra mobile ha eseguito decine di arresti contro le cosche lametine. Le indagini hanno avuto un notevole impulso grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. “La cosca dei Giampà – ha detto Ruperti – aveva iniziato una vera e propria mattanza contro i Torcasio. Il motivo era il controllo del territorio e delle estorsioni. A scatenare l’ira dei Giampà ci fu la richiesta di pizzo fatta dai Torcasio ad un distributore di benzina controllato dalla cosca avversaria”.
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