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TAURIANOVA (RC), VENERDì 13 DICEMBRE 2024

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Approccio alla disabilità, umanizzare gli ospedali Il messaggio del prof. Albertini

Approccio alla disabilità, umanizzare gli ospedali Il messaggio del prof. Albertini
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Guardare ai ragazzi e ai bambini diversamente abili non come a casi da osservare per compilare una cartella clinica o curare somministrando pillole e pasticche, ma ascoltando ed imparando a conoscere anche quel mondo fatto di persone, storie ed affetti chiamato famiglia. L’obiettivo è guardare alla prospettiva LIFESPAN, vale a dire a quel percorso che porta a migliorare la qualità della vita del bambino disabile. UMANIZZARE GLI OSPEDALI, ecco il più grande insegnamento che ci lascia in eredità il Prof. Giorgio ALBERTINI, Direttore del reparto di riabilitazione pediatrica I.R.C.C.S S.Raffaele Pisana di Roma.*

*Marilena PREZZO* e *Lorenzo* *NOTARISTEFANO*, mamma e papà di *Francesco,*
soci fondatori della cooperativa sociale *I FIGLI DELLA LUNA,* si uniscono
al coro di cordoglio per la perdita del noto neurologo che un male
incurabile ha sottratto all’affetto dei cari e di tante famiglie, in tutta
Italia, che hanno avuto modo di apprezzarne professionalità ed umanità.

Il Prof. *ALBERTINI* era stato più volte a *ROSSANO*, invitato a
relazionare proprio sulla necessità di adottare un approccio diverso
rispetto al mondo della disabilità e aveva promosso qui il *COOPERATIVE
LEARNING*, il *metodo didattico che favorisce la cooperazione, la
socialità, l’integrazione, la comunicazione e la comunione di obiettivi tra
bambini disabili e normodotati*. Questo metodo guida ancora oggi le
attività de *I FIGLI DELLA LUNA* e del centro *IL* *SORRISO*.

*GESTI, PAROLE E ATTENZIONI. *Ricordiamo ancora – raccontano *Marilena* *e
Lorenzo* – quando ci siamo incontrati per la prima volta 12 anni fa, quando
abbiamo portato Francesco al San Raffaele. Avevo già preparato la
documentazione da esibire, ma il Prof. mi ha fermata subito; la priorità
era parlare ed interagire con nostro figlio. In 6 anni di lungo peregrinare
è stato il primo medico che ha considerato Francesco come una persona. Quel
31 marzo di 12 anni fa ha segnato il nostro percorso: *ALBERTINI* *ci ha
presi per mano in questo viaggio fatto di delusione, di rabbia, di
speranza, ma anche di gioie, di momenti felici condivisi. *Francesco con il
“cravattino” – così si rivolgeva a nostro figlio – era per lui il bambino
che orgoglioso mostrava i suoi miglioramenti. A noi genitori offriva sempre
la possibilità di confrontarsi ancora un po’, invitandoci a tornare in
clinica la sera.

*PUNTO A CAPO, UN PÒ DI SPAZIO. *Questa frase – concludono – rimarrà nei
ricordi di quanti lo hanno conosciuto. È quella con cui chiudeva le
relazioni degli incontri dettate ad un registratore, poi trascritte dalla
segretaria e trasmesse alle famiglie. Quella punteggiatura, non conclusiva,
era uno spazio di continuità che dava speranza alle mamme, ai papà e
bambini.