Anche la Fao s’interessa della Xylella fastidiosa La Convenzione internazionale per la protezione delle piante pubblica un nuovo documento informativo e parla della situazione pugliese
La Convenzione internazionale per la protezione delle piante (IPPC, il suo acronimo in inglese) ha rilasciato un nuovo dettagliato documento informativo sulla Xylella fastidiosa (http://giovannidagata.voxmail.it/nl/pvufs6/kk5hmg/w1br5l/uf/4/aHR0cHM6Ly93d3cuaXBwYy5pbnQvc3RhdGljL21lZGlhL3VwbG9hZHMvSVBQQ19mYWN0c2hlZXRfWHlsZWxsYV9maW5hbC5wZGY?_d=23N&_c=406c43f3) per spiegare la natura dei batteri, che sono potenziali vettori, la loro presenza globale, la diffusione, così come le misure di controllo e prevenzione. In questo documento, l’agenzia fa notare che il batterio sarebbe una seria minaccia per l’agricoltura, l’ambiente e l’economia; e che la loro distribuzione geografica si è sviluppata notevolmente negli ultimi anni, quindi esso richiede sforzi coordinati di natura globale per impedire ulteriori sforzi diffusione.
Inoltre, l’IPPC evidenzia che la Xylella fastidiosa è un parassita trasmesso da vettori, che può portare alla morte delle piante infette e, a seconda delle specie ospiti e sottospecie di batteri (fastidiosa, multiplex o pauca), può indurre una serie di malattie. In particolare, la Xylella fastidiosa ha una vasta gamma di ospiti naturali, tra cui molte erbacee e piante legnose, colture e erbacce. A questo proposito, il campo ospite copre più di 350 specie di piante. Tuttavia, molte specie di piante sono asintomatiche o gli ospiti possono avere sintomi diversi mesi dopo l’infezione, che, a loro avviso, rendono difficile la diagnosi e la gestione.
Non poteva mancare, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti [1]”, il riferimento alla Puglia: nel documento si legge che la recente espansione del “disseccamento rapido degli ulivi” (CODIRO) in Italia (Puglia), causata da una subspecie, si estende per circa 180.000 ettari, anche di alberi centenari di una parte significativa della zona infetta.
“Data l’importanza economica, sociale, ambientale, culturale e storica degli ulivi nella zona del focolaio così come nel resto della regione mediterranea, l’impatto del patogeno negli olivi è significativo, ” aggiunge. Ad avviso degli esperti FAO, la gestione della malattia sul campo è “molto difficile” a causa della complessità dei padroni di casa e vettori, in modo che i metodi più efficaci nella lotta contro la malattia comprendono: prevenzione e / o contenimento come l’uso materiale di propagazione di sorveglianza “sano” e la diagnosi precoce del patogeno, la distruzione di piante e strategie per il controllo vettoriale infetti.