All’ITT “Panella Vallauri” di Reggio Adelmo Cervi presenta libro “Io che conosco il tuo cuore” - Storia di un padre partigiano raccontata da un figlio
Adelmo Cervi “…. *la nostra Costituzione è una grande incompiuta!”*
La Costituzione, la nostra Carta Costituzionale, definita da Roberto
Benigni “La più bella d’Italia”, è stata al centro del confronto tra
Anselmo Cervi e gli studenti dell’ITT “Panella Vallauri” di Reggio
Calabria. Anselmo Cervi è il figlio di Aldo, il terzo dei sette fratelli
Cervi fucilati dai fascisti il 28 dicembre 1943 a Reggio Emilia.
Semplice e dolce nei suoi modi, onesto e lapidario nella sua capacità di
critica, amareggiato per le falsità e stupidità riportate da un giornale
locale, nel raccontare il suo incontro con i giovani di Reggio Calabria,
avvenuto nella giornata di sabato 16 gennaio presso il Cedir, Adelmo Cervi
ha affascinato, con i suoi racconti, la platea di studenti.
“*La nostra Costituzione è come una grande incompiuta”*, essendo oggi non
ancora del tutto attuata, nonostante siano trascorsi 70 anni dalla sua
approvazione. Tale mancanza è da ricercarsi sia nella debole attuazione dei
suoi principi di democrazia, troppe le differenze tra ricchi e poveri, che
per le scarse opportunità offerte, in modo particolare ai giovani, nella
ricerca ed ottenimento di un reddito da lavoro. “*Domandarsi a cosa sia
valso il sacrificio di mio padre e dei miei zii, a volte, è decisamente
duro*”.
Testimone vivente di una lucida determinazione nel perseguire ideali di
giustizia sociale e libertà, il suo accorato racconto ha coinvolto gli
studenti presenti, quasi tutti delle quinte classi, impegnati nello studio
della seconda guerra mondiale e degli esiti dell’Armistizio dell’8
settembre ’43 e dei venti mesi di “Resistenza” al nazifascismo.
Presenti all’incontro, oltre alla Dirigente dell’ITT “Panella – Vallauri”
Prof.ssa Anna Nucera, il Partigiano Aldo Chiantella, Presidente Onorario
dell’A.N.P.I. di Reggio Calabria e il Prof. Sandro Vitale che ricopre, da
oltre quattro anni, il ruolo di Presidente dell’ANPI della città dello
Stretto.
L’invito finale di Adelmo Cervi, accompagnato dalla promessa di un veloce
ritorno nella nostra città, è stato quello di “diventare partigiani”, nel
modo espresso da Don Andrea Gallo e cioè di “*scegliere da quale parte
stare, quella degli oppressi o quella degli oppressori*”.