Alberghi spagnoli nel mirino dell’Unione Europea Inglesi e tedeschi pagano di più
La denuncia di alcune associazioni di consumatori, amplificata da un’inchiesta del
Mirror, ha messo in moto la Commissione europea. Gli alberghi spagnoli avrebbero
fatto pagare un prezzo maggiorato a visitatori britannici e tedeschi, quindi sulla
base della loro nazionalità. E questa condotta, nell’ottica di una campagna contro
la ‘discriminazione dei prezzi’ in Europa, violerebbe il codice dell’Unione.
Applicare prezzi diversi in mercati diversi non è illegale ma serve trasparenza.
Ai consumatori non deve essere preclusa la possibilità di accedere alle offerte
di altri mercati, almeno non senza una valida giustificazione. La discriminazione
dei consumatori su base geografica, osserva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello
dei Diritti [1]”, è un tema di cui sempre più spesso l’Ue si sta interessando.
Il giro di vite di Bruxelles ha implicazioni più ampie sul settore della vendita
al dettaglio e su quello dei servizi: la Commissione ha in esame denunce contro Disneyland
Paris, gli skilift austriaci, i musei e servizi di Venezia. Praticarla non è difficile,
basta che un sito che riindirizzi automaticamente su un altro o l’introduzione di
restrizioni ricavate dall’indirizzo IP o dalla carta di credito. Per la Spagna potrebbero
esserci conseguenze molto critiche. Se il paese non adotta provvedimento alcuno contro
il tour operator e imprenditori del turismo, la Commissione potrebbe decidere infatti
di portare la Spagna dinanzi alla Corte europea.