Gravi ma non in pericolo di vita i militari feriti in Afghanistan
redazione | Il 26, Mar 2012
Meglio gli altri 3. Verranno trasferiti in Germania
Gravi ma non in pericolo di vita i militari feriti in Afghanistan
Meglio gli altri 3. Verranno trasferiti in Germania
(ANSA) Restano in condizioni gravi, ma non sono in pericolo di vita, due dei cinque feriti nell’attentato del 24 marzo in Afghanistan in cui è anche morto un militare italiano, il sergente Michele Silvestri, la cui salma è attesa fra breve a Roma. Lo ha detto a Tgcom24 il colonnello Vincenzo Lauro, portavoce del Contingente italiano in Afghanistan. “La situazione resta grave per due dei feriti – ha detto – tra cui la ragazza, per la quale la prognosi è riservata. Non sono in pericolo di vita, sono stabili e in terapia intensiva. Sono stati trasferiti per poi preparare il viaggio per la Germania”, ha aggiunto. “Gli altri due sono seguiti dai sanitari dell’ospedale da campo americano. Provvederemo a farli rientrare a Herat tra oggi e domani. Il quinto sta bene e non ci dà preoccupazioni. I ragazzi sono provati ma vanno avanti con il loro lavoro. Ho un gruppo forte e ha dimostrato di poter superare questo momento”. I 4200 italiani sono nell’ovest dell’Afghanistan, e vigilano su un’area grande quanto il nord Italia, e ad alto rischio. “Il pericolo è costante – ha detto Lauro – e dobbiamo essere pronti a tutte le esigenze. Siamo in un momento di transizione e per quanto riguarda la regione ovest gli obiettivi vengono portati avanti nei giusti tempi”. L’attacco a colpi di mortaio in cui sono rimasti coinvolti i militari italiani è avvenuto attorno alle 18 (in Italia le 14.30) di sabato scorso, contro la base operativa avanzata “Ice” in Gulistan, nel settore sud-est dell’area di responsabilità italiana.
ROMA – Un militare italiano e’ morto oggi in un attacco a colpi di mortaio in Afghanistan. Lo si e’ appreso da fonti della Difesa. Altri 5 militari italiani sono rimasti feriti.
L’attacco – informa lo Stato maggiore della Difesa – è avvenuto alle 18.00 circa (in Italia 14.30), contro la Fob (Forward Operative Base) “Ice” in Gulistan, nel settore Sud- Est dell’area di responsabilità italiana, assegnata alla Task Force South-East, su base del 1 Reggimento Bersaglieri. Il personale ferito è stato subito soccorso e trasferito in elicottero all’ospedale militare da campo della Coalizione più vicino. Sono in corso le azioni per informare i familiari dell’accaduto.
L’avamposto ‘Ice’, secondo quanto si é appreso, era stato preso di mira anche stamattina, sempre a colpi di mortaio, che però erano finiti fuori dal perimetro della base. Nel primo pomeriggio l’attacco è stato ripetuto e, stavolta, alcune bombe sono andate a segno. Dopo il secondo attacco, sempre secondo quanto è stato possibile apprendere, si sono alzati in volo degli elicotteri d’attacco Mangusta che hanno “neutralizzato” le postazioni nemiche.
La base Ice e’ presidiata dai bersaglieri della Brigata Garibaldi che, proprio in questi gironi, sta avvicendando la Brigata Sassari al comando della Regione ovest della missione Isaf della Nato: nell’avamposto Ice, in particolare, sono presenti gli uomini del 1/o reggimento bersaglieri di Cosenza e quelli del 21/o reggimento Genio di Caserta, oltre ad unità di altri reparti.
Tre dei cinque militari rimasti feriti nell’attacco avvenuto in Afghanistan appartengono al primo Reggimento bersaglieri di Cosenza. I tre militari, secondo quando si è appreso a Cosenza, non sono in “imminente pericolo di vita”. Sul luogo di origine dei tre feriti le autorità militari non hanno voluto fornire informazioni.
In Afghanistan, dove “la cornice di sicurezza si è mantenuta estremamente precaria”, “resta elevato il livello della minaccia” per i militari italiani. E’ solo di un mese fa l’allarme dei Servizi segreti che, nella relazione sullo stato della sicurezza consegnata al Parlamento, evidenziavano come “gli elementi di criticità del 2011 sembrano destinati a perdurare nel breve-medio termine”. Ciò vale, secondo i Servizi, anche per il processo di transizione, che “rischia di fallire in assenza di adeguati progressi in tema di governance e sviluppo socio-economico”. L’Afghanistan, si legge ancora nella Relazione, “sembra destinato a essere ancora teatro di offensive da parte dell’insorgenza: questa situazione continua a mettere a rischio di azioni ostili il personale straniero, militare e civile, operante a vario titolo sul territorio, incluso il contingente italiano”.
NAPOLITANO, COMMOZIONE PER MILITARE ITALIANO – Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, appresa con profonda commozione la notizia del grave attentato in Afghanistan, in cui hanno perso la vita un militare italiano e altri cinque sono rimasti feriti mentre assolvevano con onore il proprio compito nell’ambito della missione Isaf, esprime i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei familiari del caduto, rendendosi interprete per profondo cordoglio del Paese. E’ quanto scritto in una nota diffusa dal Quirinale.
SCHIFANI: OK MISSIONE MA A PREZZO ALTISSIMO: Appresa la notizia della morte del militare italiano e del ferimento di altri cinque, a seguito di un attacco da parte dei talebani nel Gulistan, il Presidente del Senato, Renato Schifani, invia alla famiglia del caduto le più sincere condoglianze e la sua più profonda vicinanza. “L’Italia – scrive Schifani – continua a pagare purtroppo un altissimo prezzo di sangue e questo ci addolora profondamente. La missione italiana in Afghanistan continua, comunque, a essere decisiva per la tutela della libertà, della sicurezza e della pace”. Il Presidente del Senato invia inoltre ai quattro soldati rimasti feriti gli auguri di una rapida e completa guarigione.
DECINE DI ATTACCHI PER GLI ITALIANI NEL GULISTAN – Il distretto del Gulistan, nella provincia di Farah, a ridosso del profondo sud ‘talebano’ dell’Afghanistan, si conferma una delle aree più calde tra quelle affidate alla responsabilità dei militari italiani: l’attacco di oggi all’avamposto ‘Ice’, che ha provocato la morte di un militare e il ferimento di altri cinque, è solo l’ultimo di una lunga serie. Decine gli attacchi e gli attentati subiti. In questa zona, il 9 ottobre 2010, gli ‘insorti’ presero di mira un convoglio di blindati che scortava una settantina di mezzi civili: uno dei veicoli su cui viaggiavano gli italiani saltò in aria su un ordigno e morirono i primi caporal maggiori Gianmarco Manca, Francesco Vannozzi e Sebastiano Ville e il caporal maggiore Marco Pedone. Oltre ai convogli, ad essere esposte ai rischi maggiori sono proprio le basi avanzate: ‘Ice’, appunto, e quella denominata ‘Snow’, dove il 31 dicembre 2010 venne ucciso da un cecchino l’alpino Matteo Miotto. Si tratta di avamposti che vengono presi di mira quasi ogni giorno e nei quali bisogna guardarsi anche dai possibili infiltrati. Il distretto del Gulistan e quello adiacente di Bakwa, non meno pericoloso, sono presidiati dalla task force sud-est, che solo da poco è su base 1/o reggimento Bersaglieri. Gli uomini della task force devono controllare un territorio vasto 24 mila chilometri quadrati, abitato da poco meno di 130 mila persone.
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