Tra di loro c’e’ anche lo scrittore Eduard Limonov
Arrestati una decina di manifestanti a Mosca
Tra di loro c’e’ anche lo scrittore Eduard Limonov
Una decina di persone, tra cui lo scrittore Eduard Limonov, che a Mosca tentavano di partecipare a una manifestazione non autorizzata per chiedere le dimissioni del primo ministro Vladimir Putin, sono state arrestate dalla polizia.
La manifestazione, organizzata dall’oppositore e scrittore Limonov, si doveva tenere su piazza Triumfalnaia, nel centro della capitale russa, e puntava sullo slogan ‘un nuovo anno senza Putin’.
Ma la polizia l’ha di fatto resa impossibile, arrestando alcuni tra i più rappresentativi manifestanti subito dopo che erano usciti dalla metropolitana, proprio a lato della piazza.
Lo scorso 29 dicembre, diverse centinaia di persone si erano riunite nel centro di Mosca, in piazza Puskin per chiedere alle autorità la liberazione del leader di un movimento di opposizione russo, Serguei Udaltsov, in carcere da inizio dicembre.
Il raduno era stato organizzato dal Fonte di sinistra di Udaltsov, ed era stato presentato come un incontro con il deputato russo, Ilia Ponomarev, e non come una manifestazione, per aggirare il divieto emesso dal Comune di Mosca. I manifestantia avevano scandito diversi slogan come “libertà ai prigionieri politici” e “libertà a Udaltsov”.
All’evento era presente anche Boris Nemtsov, uno dei leader del movimento di contestazione contro il premier Vladimir Putin, fortemente contestato dall’opposizione dopo le controverse elezioni legislative del 4 dicembre.
Serguei Udaltsov, fermato il 4 dicembre scorso durante una manifestazione vietata dalle autorità e condannato a 15 giorni di prigione, era stato nuovamente condannato il 25 dicembre a ulteriori dieci giorni di detenzione, perché, secondo la polizia, non aveva completato una pena precedente che risale a ottobre.
In quest’ultima occasione Udaltsov era stato arrestato per avere partecipato a una manifestazione non autorizzata, e poi ricoverato in ospedale per le conseguenze derivate da uno sciopero della fame e della sete che aveva iniziato.
Dimesso dall’ospedale, l’oppositore non era però ritornato in carcere per completare i termini della sua detenzione.



